
Stufe e camini ad accumulo di calore – qualche consiglio...
Se analizziamo il mercato italiano ed estero delle stufe pre-assemblate, stufe già pronte per essere vendute, c'è un utilizzo molto approssimativo e improprio della locuzione “accumulo di calore”, che viene utilizzata a casaccio, con il solo pretesto di arricchire l'offerta.“Accumulo di calore” suona allora un po' come un miraggio, visto che promette una scorta di calore o di acqua calda che può essere usata immediatamente, senza che per un giorno od una notte sia più necessario effettuare il ricarico. Ma non è così.
È praticamente impossibile trovare in commercio un prodotto pre-assemblato, già pronto, che riesca realmente ad appagare le specifiche esigenze di ogni contesto. Un impianto ad acqua, per essere realmente efficace, deve essere progettato ad hoc, in modo che tenga in considerazione le tante varianti. Per questo è sempre meglio fare quattro conti assieme ad un termotecnico preparato, per non aver sorprese.
Questo è il nostro consiglio per chi sta valutando la possibilità di un impianto a legna efficiente. Per prima cosa è utile capire che tipo di calore si intende produrre: con il ventilato e convettivo sarà difficile che si possa accumulare calore a secco.
Con del materiale inerte l'unica modalità per trattenere il calore prodotto attorno alla stufa è quella di avere una gran parte dell'impianto realizzato in materiale refrattario. Questo materiale, scaldandosi, trattiene il calore e lo distribuisce orizzontalmente ad irraggiamento, e se necessario produce acqua calda da accumulare.
Si consiglia quindi di scegliere una camera di combustione sufficientemente capiente, in modo che questa permetta di ridurre i numeri di carico e consenta anche di usare tutti i tipi di legna, anche quella voluminosa, di modo che si produca l'energia necessaria per scaldare il tutto. Inoltre, la centralina elettronica fornita con la camera di combustione fornisce un supporto importante per tenere la stufa calda: mette a disposizione i dati utili per permettere di chiudere l'aria d'ingresso quando necessario.
La superficie radiante della stufa, poi, deve essere abbastanza ampia per distribuire il calore in maniera uniforme, è ancora meglio se si riesce a raggiungere i piani superiori o posteriori alla stufa grazie a pareti refrattarie. La cosa migliore sarebbe chiedere consiglio ad un bravo fumista con esperienza, che può dirci come e cosa fare.
La stufa-camino deve avere un ampio giro fumi di lato o sopra al focolare, in modo da catturare il calore prodotto dalla camera di combustione e rilasciarlo gradualmente, raffreddando i fumi in uscita. Se fosse possibile scegliere la canna fumaria, preferirne una in refrattario tondo, dimodoché si riscaldi poco e non acceleri la combustione. Qualora non fosse possibile, usare un tubo in ferro omologato per fumisteria: la canna fumaria è importante, non facciamo l'errore di sottovalutarla.
Il comignolo deve essere aperto, possibilmente non ci devono essere retine per uccelli, deve avere feritoie orizzontali e se possibile deve arrivare sopra il colmo. Bisogna evitare le camere di combustione con i vetri troppo grandi, questi creerebbero una dispersione di calore. È fondamentale anche mettere una presa di aria esterna per poter prendere l'aria comburente al di fuori dell'appartamento. Quindi se la traccia è troppo lunga, è necessario sopravvalutare la portata d'aria utilizzando dei tubi.
Abbiamo elencato alcuni punti chiave che possono aiutare a valutare i requisiti che deve avere un buon impianto da interno a legna. Lo scopo deve essere quello di spremere più energia possibile da un carico comburente ad alta temperatura, in modo da ottenere la massima energia da accumulare e da trasformare.
La cosa migliore è quindi quella di ricorrere ad un impianto fatto su misura, che possa soddisfare tutte le varie esigenze. Meglio che l'impianto sia creato ad hoc piuttosto che adeguarsi scendendo a compromessi, e poi in sostanza avere un impianto non ottimizzato che non garantisce benessere e risparmio!